Care studentesse, studenti, genitori e colleghe/i, (ecco perchè scrivo in italiano)
Oggi inizia il mio trentesimo anno di insegnamento. Sarebbero 32 ma i due anni a Dublino sono andati perduti. Provo ancora la stessa emozione e paura di non riuscire a stabilire quel magico contatto, quel “click” che rende tutto facile, che fa volare l’ora di lezione, che mi entusiasma, mi emoziona, mi infiamma l’animo e la fantasia, che mi fa credere che il nostro lavoro “matters”, conta, che possiamo fare la differenza per qualcuno, anche solo uno, che possiamo contribuire a rendere questo mondo un luogo migliore. La trepidazione di incontrare la classe nuova, l’importanza del primo approccio quando 28 occhi – anzi dovrei dire 56 se la matematica non è un’opinione ma non è certo il mio forte! – ti scrutano, analizzano il tono di voce, le espressioni, il tuo modo di vestire, camminare, il body language e stabiliscono di darti “una possibilità” o nessuna. L’emozione di reincontrare le mie classi, che mi troveranno invecchiata e … saranno felice di vedermi? Avranno avuto, un’estate felice? Nuovi amori? Delusioni forse?
Sono cambiate così tante cose in questi 30 anni che potrei davvero scrivere un libro sull’evoluzione della scuola italiana. Quando iniziai, nel Bronx di Udine, alla scuola media, decisi di insegnare dopo una breve supplenza in una classe difficile perché mi ero innamorata degli irrecuperabili, gli zingari che dormivano sul banco perché alle 5 erano al lavoro alle bancarelle. E quando sono andata via mi hanno abbracciata e ho deciso che volevo fare la prof. Forever. E poi a Tolmezzo dove ero quasi coetanea dei miei alunni e didatticamente avrò fatto un sacco di errori – ci davano in mano classi senza nessun training allora – ma avevo quel l’entusiasmo, giovinezza e quell’energia che travolgeva anche me. Senza tecnologia. Poi Tarvisio: 180 km al giorno in auto o in treno quando c’era neve e ghiaccio, sveglia alle 5 e via a sciare coi ragazzi dopo scuola. Codroipo, poi Pn al Professionale Flora dove inaugurai nel 1993 la mia “Aula Materia” con, pensate, video registratore – per le mie videocassette acquistate in England (Amazon non esisteva!) e Overhead Projector (proiettore di lucidi) per aiutare gli studenti visuals. Infine il Liceo Scientifico e ogni anno lo stesso entusiasmo e allegria di incontrare gli studenti – più alti, con la barba, i capelli più lunghi, magari tinti, qualche tatuaggio, la bellezza dell’adolescenza, gli occhi innamorati, la curiosità e i silenzi delle paure – e le colleghe/i amiche e amici, quelle/i che ti abbracciano e sai che ti stimano e ti vogliono bene. E sorridere a quelli che già il primo giorno si lamentano e non salutano nei corridoi. Che pena. Dev’essere terribile insegnare se non ti piace.
Oggi non ho più l’energia fisica di una volta questo è certo. Di questo ho paura quest’anno: di non farcela fisicamente perché insegnare oggi, con tutti gli stimoli da ogni parte – cyber bullying, dipendenze, nuove app, registri elettronici (non sempre funzionanti), totem per ingressi, progetti, alternanze e continuità, aggiornamenti, cambiamenti in itinere – invalsi? Esame di Stato? Boh si sa niente? – perfezionista come sono so che non potrò seguire bene tutto. Eppure quando oggi sarò in classe, come per magia, mi dimenticherò di me stessa, dei problemi come un attore sul palco, sempre col sorriso e “la passione” – come dicono gli studenti. La saggezza mentale e spirituale che un tempo non avevo compenserà quella fisica che avevo in eccesso 😉
Ecco mi riprometto solo di:
1) cogliere l’attimo – seize the moment;
2) accettare l’imperfezione – mia, loro e del sistema;
3) lasciare perdere – let it go. Non farmi coinvolgere da quest’ondata di odio, frustrazione, falsità e oblio che sembra stia avvolgendo il mondo. Lasciare scorrere ciò sulla mia pelle come fossi coperta d’olio. Andare oltre. C’è sempre la luce e un domani col sole. Questo devono credere i miei studenti. We can make it!
4) ricordarmi com’ero, sempre.
5) avere sempre chiare le priorità: qualità del rapporto umano, serenità, valori etici.
Last but not least: HAVE FUN perché è solo così che si può insegnare e imparare al 100%!
Buon anno a tutti ❤️🌈
Dear Laura,
I always read your posts. You are an inspiration for me and i want to Thank you and Cristiana for the two years of training me and encouraging me.
You are awesome!
will miss you
Love,
Maria
Thanks Maria. I wish you ALL the BEST for your career and life 🙂
Dear Colleague,
You rock!
Wonderful words, especially because, knowing you, they are heart-felt and they disclose your great values as a person and as a teacher.
I love your motto, a great mantra to avoid losing our balance.
Cristiana
Thanks Cris,
I’m already trying to stick to them LOL
Cara collega, seguo sempre i tuoi post perché per me sei un modello. Anche nello spirito con cui affronti le bellezze e le difficoltà del nostro lavoro. I totally agree with you: seize the moment, accept imperfection, let it go, have fun. We really can make it!
Cara Roberta, GRAZIE di cuore e spero ci incontreremo,di persona. Buon anno!
Laura