C’era una volta una scuola fatta di libri, di banchi di legno, di pedane per sollevare la cattedra e di prof che parlavano e interrogavano, magari fumandosi la sigaretta. Tante sigarette!
Erano gli anni 70 e io frequentavo il liceo classico. Meno ore di adesso, meno materie e più vacanze poichè si iniziava ad ottobre. Non c’erano tv, nè video, a malapena qualche registratore per sentire un audio in lingua straniera (solo le prof più moderne), non c’erano computer, né cellulari. Studiare una lingua straniera significava leggere e imparare liste di parole e regole di grammatica, un po’ come si faceva per il latino e il greco.
Poi all’università negli anni 80 ho scoperto il laboratorio linguistico con le cuffie, i viaggi all’estero (si telefonava a casa ancora dalle cabine pubbliche con i gettoni!) ma lo studio avveniva ancora solo ed esclusivamente sui libri e sugli appunti, manoscritti e condivisi con fotocopie. Fui la prima laureanda il lingue nel lontano 1985, a scrivere la tesi su Sylvia Plath con un wordprocessor, sistema DOS dalla biblioteca della Facoltà di informatica. Mi ero appesa al muro un foglio con tutti i simboli corrispondenti a virgole, note etc e quando avevo qualche problema c’era sempre qualche anima pia di informatico pronto a darmi una mano.
Quando iniziai a insegnare in Carnia tra le montagne – Tolmezzo e Tarvisio, sì proprio sepolta dalla neve al confine con l’Austria – 90+90 km al giorno sveglia alle cinque del mattino, –17 gradi d’inverno, piano piano sono comparsi i libri di testo con le audiocassette e acquistandomi i primi video VHS nei viaggi in Inghilterra come gli episodi di Fawlty Towers o Max Headroom quando riuscivo a portare una classe in aula video mi sentivo la prof più tecnologica e all’avanguardia del pianeta 🙂 I ragazzi erano felici! Erano gli anni 90, la tv era a colori e avevo il mio computer e il modem rumorosissimo a casa, ma in classe si usava ancora l’overhead projector e una volta la settimana c’era il laboratorio linguistico. Le orecchie dopo 50 minuti coperte da cuffie in plastica enormi e pesanti erano quasi lesse 🙂 Che forza!!
Ricordo quando iniziai negli anni 90 ad insegnare a Pordenone e a crearmi il mio primo sito web su Digilander. Una volta alla settimana andavo con la classe in “aula computer” ed era meraviglioso. Ero l’unica docente d’inglese nel mio Liceo ad addentrarmi tra quei computer e l’ultima ora del sabato credetemi, per i ragazzi la cui attenzione era già altrove e per me che ero un po’ stanca, era una conquista poter imparare in modo più individualizzato e creativo. Studiai e presi anche la patente europea del computer ECDL. Durante la prova teorica, ancora cartacea, ero circondata da studenti e quel feeling di giovinezza lo ricordo ancora. Ricordo anche quanto feci ridere a crepapelle la collega e amica MariaGrazia perché cercavo di fare una divisione digitando il segno dei due punti : Ma non funzionava!! LOL
Poi venne l’era dei CD AUDIO
molto più comodi delle cassette perchè si trovava subito la traccia giusta senza passare ore a fare Forward or Rewind;poi l’era dei CD-ROM linguistici che collezionai anche se ora nessuno funziona più; e poi l’era dei DVD e delle LIM.
I ragazzi cambiavano ma l’estetica della scuola sembrava restare la stessa con le aule spoglie e verdine, i banchi rivolti verso il prof, la lavagna nera e i gessi bianchi, sebbene non più cosi’ polverosi. Le tv che nei negozi sono divenute nel frattempo a LCD, Led poi Plasma e superpiatte, a scuola continuavano a conservare i loro tubi catodici.
Perchè ripercorro tutto ciò? Perchè il mio amore per le nuove tecnologie è iniziato lontano. Anzi direi che è genetico in quanto mio padre, ingegnere, quando ero piccola mi rubava le bambole parlanti e le smontava per vedere come funzionassero. Talvolta dopo la sua operazione chirurgica perdevano la parola e nonostante i suoi sforzi non funzionavano più. Ma io ho sempre creduto che la tecnologia fosse alleata dell’uomo e continuo a crederlo anche oggi.
Ecco perché, ora che sono in pensione ma continuo ad aggiornarmi e ad utilizzarla per le lezioni in Scuola in Ospedale e per i miei corsi vari, ho deciso di … ricordare e di raccontare. E voglio scrivere un nuovo post sulla mia adorata Sylvia Plath.